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sabato 6 febbraio 2016

In merito alla Maternità e alla Paternità

«Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» (Os 11,4)


di Francesco Andrighetti

L’uomo è un amante perché è amato. L’essenza dell’uomo, il suo bisogno viscerale di amare, ha origine da quell’atto d’amore che ne decide il suo camminare nell’essere. All’origine dell’uomo, della sua vita, c’è un essere amato dall’esterno: sempre e comunque amato. Qualunque siano le nostre origini – ed esse sono sempre un mistero –, ciò che decide il nostro esserci è un atto d’amore: generati dall’unione integrale di due umanità differenti, comunque attesi e portati nel grembo, siamo il frutto di un grande sacrificio e di un disumano dolore sopportabile da una donna solo perché pieno di desiderio. Questa è la verità dell’uomo. Questa è la certezza che deve rimanere per regolare la nostra capacità di autodeterminarci nella realtà. La libertà dell’uomo deve fare i conti con questa verità: esiste una libertà, un atto d’amore, fuori da una verità? 

venerdì 5 febbraio 2016

L'entrata di Cristo a Bruxelles

James Ensor, Center Getty, Los Angeles, 1888
























di  Claudio Benvenuti 

 Ad essere sinceri, l’opera di Ensor è spiazzante. Se ne trova conferma indagandone il tormentato successo. Forse non è più da dirsi propriamente blasfema come giudicarono i critici del tempo. Più che irrispettosa di una bieca mentalità borghese fin-de-siècle è innegabile: il quadro offende.  Sì, c’è davvero il rischio di rimane feriti. Anche se ci si avvicina timidamente all’idea originaria dell’autore fiammingo, a più di un secolo di distanza, la denuncia suona ancora attuale.

giovedì 4 febbraio 2016

L'opposto di un popolo cristiano è un popolo triste!


Proponiamo ai lettori un interessante spunto di riflessione sulla gioia cristiana che Georges Bernanos ha trattato frequentemente nei suoi scritti. Tratto dal celebre romanzo "Diario di un curato di campagna" (1936), riportiamo parte di uno dei tanti monologhi del rude parroco di Torcy al protagonista. 
 "Un popolo di cristiani non è un'accozzaglia di madonnine infilzate. La Chiesa ha nervi saldi: non la spaventa il peccato, al contrario. Lo guarda in faccia, tranquilla, e anzi, imitando Nostro Signore, lo prende su di sé, lo assume. Quando un bravo operaio lavora come si deve sei giorni alla settimana, si può abbonargliela una sbronza il sabato sera. Guarda, ti do una definizione a rovescio di popolo cristiano. L'opposto di un popolo cristiano è un popolo triste, un popolo di vecchi. Mi dirai che la definizione non è molto teologica. Ne convengo.

martedì 2 febbraio 2016

Les choristes

Regia di Christophe Barratier - Francia, 2004


 di Claudio Benvenuti

 Ambientato in un collegio per bambini orfani o problematici nella Francia del 1949, il film Les choristes offre particolari spunti di riflessione, specialmente sul tema dell’educazione.
 Il protagonista, Pierre Morhange, interpretato da Jean Baptiste Maunier, è divenuto un celebre direttore d’orchestra. Ormai superata la mezza età, poco prima di un importante concerto, la notizia della morte della madre lo raggiunge. Dopo le esequie viene visitato da un vecchio amico che gli dona il diario del vecchio sorvegliante al collegio Fond de l’étang. Sarà l’inizio di un lungo ricordo.
 Entra in scena la figura di Clément Mathieu, narratore e coprotagonista per gran parte del film. L’attenzione dello spettatore viene accompagnata sul modo con cui quest’uomo, apparentemente insignificante, riesce a divenire sorgente di speranza per molti ragazzi. Destinati a rimanere ai margini della società francese, schiacciati da un’educazione fondata sul deleterio principio azione-reazione, da subito si rivelano ribelli nei confronti di un’autorità distaccata e rigida.