Condividiamo con i nostri lettori
l’interessante scritto del Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per
il Culto Divino, apparso sull’ “Osservatore Romano” il 12 giugno. Sintesi
esaustiva della costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia, il presule
ribadisce con forza l’attualità del documento ma, soprattutto, sottolinea
l’urgenza di recuperare lo spirito che animava l’autentico e necessario
rinnovamento voluto dai padri conciliari.
Cinquant’anni
dopo la sua promulgazione da parte di Papa Paolo VI, si leggerà, infine, la
costituzione del concilio Vaticano II sulla sacra liturgia? La Sacrosanctum concilium non è di fatto un semplice catalogo di ricette di riforme, ma una vera e propria magna charta di ogni azione liturgica.
Il
concilio ecumenico ci dà in essa una magistrale lezione di metodo. In effetti,
lungi dall’accontentarsi di un approccio disciplinare ed esteriore alla
liturgia, il concilio vuole farci contemplare ciò che è nella sua essenza. La
pratica della Chiesa deriva sempre da quello che riceve e contempla nella
rivelazione. La pastorale non si può disconnettere dalla dottrina.