Post più letti

mercoledì 1 marzo 2017

Una buona notizia!


Informiamo i nostri lettori di una lieta notizia. Nelle circostanze ecclesiali che stiamo vivendo - poco dissimili ad una tempesta - abbiamo motivo di ringraziare il Signore per il riconoscimento di una nuova realtà religiosa. Preghiamo perché doni nuovi frutti spirituali alla Chiesa. 

Il 21 marzo, festa di San Benedetto, il vescovo di Albenga-Imperia, Monsignor Guglielmo Borghetti, con l'approvazione delle Costituzioni da parte della Santa Sede, riconoscerà come istituto diocesano i Benedettini dell'Immacolata. Legati alla forma straordinaria del Rito Romano questa comunità benedettina di stretta osservanza è nata il 2 luglio 2008 a Villatalla, in Liguria grazie a due monaci provenienti dall'abbazia di Le Barroux. 

Per chi vuole approfondire: 


martedì 28 febbraio 2017

Colazione in giardino...



    De Nittis, Colazione in giardino, olio su tela, 1833, Barletta, Museo Civico, Pinacoteca De Nittis.

 di Claudio Benvenuti

 Ci sono opere capaci di trasmettere una serenità talvolta straordinaria. Con una accurata osservazione, la semplicità del soggetto e l'ordinarietà della scena ritratta, permettono di cogliere la particolare bellezza dell'opera. Può apparire solo come un'espressione impressionistica finalizzata ad una ricerca artistica e sperimentale, un modo per promuovere una corrente di linguaggio pittorico. E' evidentemente tutt'altro. Oscar Wilde riteneva il guardare l'arte con razionalità il miglior modo per non apprezzarla in pienezza. 
 Senza cedere al patetico sentimentalismo, cerchiamo di fare un breve salto nell'opera di De Nittis, senza pretesa di completezza e scientificità. 
 Quella semplice prima colazione all'aperto, nella casa di campagna, sarebbe rimasta - più di un secolo fino ad oggi - uno dei ritratti più splendidi della tranquillità propria alla vita familiare, quasi un parallelo pittorico di un racconto di Guy de Maupassant. La moglie dell'autore, Léontine e il piccolo Jacques non avrebbero immaginato il valore di quel momento. Giuseppe De Nittis, padre di famiglia, sembra aver abbandonato da poco la tavola per fotografare la moglie e il figlio. I loro sguardi così particolarmente descritti; i giochi della luce mattutina e delle tenui ombre sul cristallo delle tazze, della bottiglia, sulle porcellane; le foglie dell'albero, cornice naturale che ripara dal timido sole; i piccoli particolari delle posate, del tovagliolo spiegazzato posato sul tavolo, la sedia vuota - triste ed inconsapevole presagio della prematura scomparsa del pittore. Tutto contribuisce a rendere il dipinto un'istantanea familiare. 
 La Petit dèjeuner dans le jardin di De Nittis rappresenta una sussurrata lode ai piccoli gesti della quotidianità, pausa estiva ristoratrice nella frenesia di un mondo spesso dimentico di una intimità autentica, pura quanto lo sguardo infantile del piccolo Jacques, dolce e composta quanto l'attenzione materna di Léontine.

giovedì 20 ottobre 2016

Veni sanctificàtor




da Ripariamo!
di P.Giuseppe M. Petazzi SJ
S. Lega eucaristica, Milano 1933

Veni, sanctificátor omnípotens ætérne Deus: et benedic hoc sacrifícium, tuo sancto nómini præparátum.
Vieni, Dio eterno, onnipotente, santificatore, e benedici questo sacrificio preparato nel tuo santo nome. 


 Lo Spirito Santo è Spirito di Fortezza: Esso ha corroborato i cuori vacillanti degli Apostoli, li ha resi impavidi contro i nemici di Cristo, ha fatto loro sentire la gioia immensa che è patire per Lui: Ibant gaudentes quoniam digni habiti sunt pro nomine Jesu contumeliam pati. Ah! Mio Gesù, com’è grande in me il bisogno della fortezza perché io possa compiere generosamente ogni sacrificio per Te! Spirito di fortezza mi occorre specialmente per non stancarmi, non abbattermi in queste continue, monotone, immolazioni che debbo fare delle mie passioni, dei miei istinti disordinati. Facilmente metterei lo sguardo nei sacrifici maggiori, in quelli in cui è più evidente la correlazione con la tua gloria, con la diffusione del tuo regno, quelli in cui meglio potessi scorgere il modo di raggiungere la palma del martire, la corona dell’apostolo. Ma in quelle umili, spregevoli, insignificanti battaglie che pur devo sostenere per la difesa della purezza, della vera carità e umiltà di cuore, ah mio Gesù, quanto ardua è la resistenza perseverante! Quale bisogno sento dello spirito di fortezza!

venerdì 8 aprile 2016

Istanti di misericordia sul Titanic



a cura di Claudio Benvenuti

Tra pochi giorni ricorreranno centoquattro anni dalla tragedia del celebre Titanic. Naufragato durante la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, l’inaffondabile transatlantico partendo da Southampton doveva solennemente attraversare l’oceano per raggiungere le rive statunitensi.
 Un evento rimasto inciso nella memoria storica mondiale. Annoverato tra i più clamorosi fallimenti nell’epoca d’oro dell’esaltato progresso tecnologico. Il nome attribuito alla gigantesca nave inglese, terza di tre sorelle simili in qualità, richiamava evidentemente alla mitologia. Volendo identificarsi superbamente tra i Titani del nuovo secolo, la celebre fama di infallibilità dell’arduo progetto nautico celava una tragica sorte.

sabato 6 febbraio 2016

In merito alla Maternità e alla Paternità

«Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» (Os 11,4)


di Francesco Andrighetti

L’uomo è un amante perché è amato. L’essenza dell’uomo, il suo bisogno viscerale di amare, ha origine da quell’atto d’amore che ne decide il suo camminare nell’essere. All’origine dell’uomo, della sua vita, c’è un essere amato dall’esterno: sempre e comunque amato. Qualunque siano le nostre origini – ed esse sono sempre un mistero –, ciò che decide il nostro esserci è un atto d’amore: generati dall’unione integrale di due umanità differenti, comunque attesi e portati nel grembo, siamo il frutto di un grande sacrificio e di un disumano dolore sopportabile da una donna solo perché pieno di desiderio. Questa è la verità dell’uomo. Questa è la certezza che deve rimanere per regolare la nostra capacità di autodeterminarci nella realtà. La libertà dell’uomo deve fare i conti con questa verità: esiste una libertà, un atto d’amore, fuori da una verità?