Proponiamo ai lettori un interessante spunto di riflessione sulla gioia cristiana che Georges Bernanos ha trattato frequentemente nei suoi scritti. Tratto dal celebre romanzo "Diario di un curato di campagna" (1936), riportiamo parte di uno dei tanti monologhi del rude parroco di Torcy al protagonista.
"Un popolo di cristiani non è un'accozzaglia di madonnine infilzate. La Chiesa ha nervi saldi: non la spaventa il peccato, al contrario. Lo guarda in faccia, tranquilla, e anzi, imitando Nostro Signore, lo prende su di sé, lo assume. Quando un bravo operaio lavora come si deve sei giorni alla settimana, si può abbonargliela una sbronza il sabato sera. Guarda, ti do una definizione a rovescio di popolo cristiano. L'opposto di un popolo cristiano è un popolo triste, un popolo di vecchi. Mi dirai che la definizione non è molto teologica. Ne convengo.
Ma può dar da pensare ai signori che sbadigliano alla messa della domenica. Sicuro che sbadigliano! Non pretenderai che in una stiracchiata mezz'ora alla settimana la Chiesa possa insegnargli la gioia a quei signori. E se anche sapessero a menadito il catechismo tridentino probabilmente non sarebbero più allegri.
Per quale ragione gli anni della prima infanzia ci sembrano tanto dolci, splendenti? Un bambino soffre come chiunque altro e in fin dei conti è del tutto disarmato contro il dolore, la malattia. L'infanzia e la vecchiaia estrema dovrebbero essere le due grandi prove dell'uomo. Ma è dal sentimento della propria debolezza che il bambino ricava umilmente il principio stesso della sua gioia. Confida nella madre, capisci? Presente, passato, futuro - tutta la sua vita, la vita intera è racchiusa in uno sguardo, e questo sguardo è un sorriso. Ebbene, ragazzo mio, se avessero dato mano libera a noialtri la Chiesa avrebbe trasmesso agli uomini questo genere di suprema sicurezza. Ma bada che ognuno di noi avrebbe sempre avuto la sua reazione di guai. Fame e sete, povertà e invidia, non saremo mai così forti da metter nel sacco il diavolo, figurati. Però l'uomo avrebbe saputo di essere il figlio di Dio, ecco il miracolo!"