Maternità
Giovanni Segantini, Villa Belgioso
Bonaparte, Milano (1889)
Nella seconda metà del XIX secolo, il divario tra accademismo e
avanguardia si fa più ampio. I celebri soggetti tradizionali vengono
reinterpretati, e la ricerca formate sempre più rinnovata. Non più Natività
ricche di fasti barocchi, scompaiono i panneggi delle vesti, gli angeli e le
folle di magi e pastori. Gesù torna a nascere nella povertà di una stalla.
Segantini, divisionista sensibile alle problematiche del proletariato, rilegge
la Natività in chiave feriale, con rapide pennellate di malinconica solitudine,
approfondendo il rapporto luce-spazio. La madre accudisce il piccolo, mentre il
padre, assente, lavora nei campi o in fabbrica con orari disumani.
All’opprimente austerità del luogo, a tanta miseria si contrappone la quiete
della madre, intenta, nel suo silenzio ad accogliere con luminosa speranza la creatura
nuova.