da Ripariamo!
di P.Giuseppe M. Petazzi SJ
S. Lega eucaristica, Milano 1933
Offerimus tibi, Domine, calicem salutaris tuam deprecantes clementiam: ut in conspectu divinae majestatis tuae, pro nostra et totius mundi salute com odore suavitatis ascendat. Amen.
Ti offriamo, o Signore, questo calice di salvezza, e scongiuriamo la tua clemenza, affinché esso salga come odore soave al cospetto della tua divina maestà, per la salvezza nostra e del mondo intero. Amen.
Quantunque nel calice non si
contenga ancora che un po’ di vino mescolato con qualche stilla di acqua, la
Chiesa ti fa, o Signore, questa offerta con grande confidenza, e scongiura la
tua clemenza perché salga con fragranza soavissima al cospetto della divina
Maestà e salvezza del mondo intero. È un’offerta tuttora simbolica: ma tra poco
il simbolo si muterà in una realtà stupenda: la tua potenza è già pronta a
compiere il grande prodigio il tuo amore già lo anticipa in spirito, in modo
che Tu, o Gesù, ti trovavi tra le braccia della Santissima Madre, nel tempio,
ancora non era compiuto il sacrificio cruento, ma pure già ti offrivi per mezzo
di Maria, per la salvezza di tutto il mondo.
Ma in quell’ora fatidica il Profeta annunziava
il grande mistero di contraddizione che in Te si sarebbe compiuto: signum cui contradicetur, e purtroppo
questa contraddizione continua anche ai nostri giorni! Quante anime si ostinano
a chiudere rabbiosamente gli occhi alla luce del Tuo Vangelo; quante, dopo di
averla ricevuta, l’hanno vilmente respinta e frattanto il lezzo della più
spaventosa corruzione ammorba sempre più la terra, e sale come paurosa
provocazione verso il Tuo trono, Signore!
Eppure io credo, o mio Dio, che in questo
Calice santo vi è la salvezza del mondo intero: calicem salutaris…pro nostra et totius mundi salute. Anzi, credo
che una sola stilla del Tuo Sangue è sufficiente alla salvezza di mille mondi.
Ed allora, perché mai, o Gesù, infinite anime corrono ancora verso la rovina eterna?
Positus est hic in ruinam?
Ah, so bene, o Signore, che la perfidia umana
ha l’infausto potere di rendere inutili anche le opere più stupende del tuo
amore. So ancora che molte volte ciò che si richiederebbe per vincerla e
conquiderla trionfalmente è la nostra partecipazione al Sacrificio. Tu in
qualche modo ti sei legato le mani, ti sei fatto nuovamente prigioniero
d’amore, perché vuoi che i Tuoi cari abbiano la gloria incomparabile di
divenire con Te e per Te, salvatori dei propri fratelli. Tu vuoi che essi ti
sciolgano quei vincoli che impediscono alle tue mani benedette di effondere
tanti tesori di grazia e di salvezza sopra la misera umanità. Purtroppo, poche
sono le anime che intendano i tuoi disegni d’amore, che ti si accostino con
infinito rispetto per scioglierti dalla tua mistica prigionia, per ridonarti il
potere di effondere i tuoi doni preziosi sul mondo intero. Deh, potessi almeno
io, in questo momento cooperare efficacemente all’esecuzione dei tuoi disegni
d’amore.
Ecco, ho versato nel Tuo Calice Santo le mie
piccole stille d’acqua, cioè ho inteso di unire i miei più piccoli sacrifici al
tuo: e Tu ti sei degnato di accogliere la mia tenue offerta, ti sei degnato di
unirla alla tua. Da questo momento il mio piccolo sacrificio, sacrificio del
cuore, della volontà, dei miei sensi, delle mie passioni, si unisce e si
confonde col tuo: e così, pur nella sua piccolezza, ha qualche cosa del
martirio del tuo Cuore, assume fragranze di paradiso, fragranze eucaristiche, e
può salire accetto al cospetto della divina maestà cum odore suabitatis ascendat.