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mercoledì 25 novembre 2015

Offerimus tibi, Domine


da Ripariamo!
di P.Giuseppe M. Petazzi SJ
S. Lega eucaristica, Milano 1933

Offerimus tibi, Domine, calicem salutaris tuam deprecantes clementiam: ut in conspectu divinae majestatis tuae, pro nostra et totius mundi salute com odore suavitatis ascendat. Amen.

Ti offriamo, o Signore, questo calice di salvezza, e scongiuriamo la tua clemenza, affinché esso salga come odore soave al cospetto della tua divina maestà, per la salvezza nostra e del mondo intero. Amen.

Quantunque nel calice non si contenga ancora che un po’ di vino mescolato con qualche stilla di acqua, la Chiesa ti fa, o Signore, questa offerta con grande confidenza, e scongiura la tua clemenza perché salga con fragranza soavissima al cospetto della divina Maestà e salvezza del mondo intero. È un’offerta tuttora simbolica: ma tra poco il simbolo si muterà in una realtà stupenda: la tua potenza è già pronta a compiere il grande prodigio il tuo amore già lo anticipa in spirito, in modo che Tu, o Gesù, ti trovavi tra le braccia della Santissima Madre, nel tempio, ancora non era compiuto il sacrificio cruento, ma pure già ti offrivi per mezzo di Maria, per la salvezza di tutto il mondo.
 Ma in quell’ora fatidica il Profeta annunziava il grande mistero di contraddizione che in Te si sarebbe compiuto: signum cui contradicetur, e purtroppo questa contraddizione continua anche ai nostri giorni! Quante anime si ostinano a chiudere rabbiosamente gli occhi alla luce del Tuo Vangelo; quante, dopo di averla ricevuta, l’hanno vilmente respinta e frattanto il lezzo della più spaventosa corruzione ammorba sempre più la terra, e sale come paurosa provocazione verso il Tuo trono, Signore!
 Eppure io credo, o mio Dio, che in questo Calice santo vi è la salvezza del mondo intero: calicem salutaris…pro nostra et totius mundi salute. Anzi, credo che una sola stilla del Tuo Sangue è sufficiente alla salvezza di mille mondi. Ed allora, perché mai, o Gesù, infinite anime corrono ancora verso la rovina eterna? Positus est hic in ruinam?
 Ah, so bene, o Signore, che la perfidia umana ha l’infausto potere di rendere inutili anche le opere più stupende del tuo amore. So ancora che molte volte ciò che si richiederebbe per vincerla e conquiderla trionfalmente è la nostra partecipazione al Sacrificio. Tu in qualche modo ti sei legato le mani, ti sei fatto nuovamente prigioniero d’amore, perché vuoi che i Tuoi cari abbiano la gloria incomparabile di divenire con Te e per Te, salvatori dei propri fratelli. Tu vuoi che essi ti sciolgano quei vincoli che impediscono alle tue mani benedette di effondere tanti tesori di grazia e di salvezza sopra la misera umanità. Purtroppo, poche sono le anime che intendano i tuoi disegni d’amore, che ti si accostino con infinito rispetto per scioglierti dalla tua mistica prigionia, per ridonarti il potere di effondere i tuoi doni preziosi sul mondo intero. Deh, potessi almeno io, in questo momento cooperare efficacemente all’esecuzione dei tuoi disegni d’amore.
 Ecco, ho versato nel Tuo Calice Santo le mie piccole stille d’acqua, cioè ho inteso di unire i miei più piccoli sacrifici al tuo: e Tu ti sei degnato di accogliere la mia tenue offerta, ti sei degnato di unirla alla tua. Da questo momento il mio piccolo sacrificio, sacrificio del cuore, della volontà, dei miei sensi, delle mie passioni, si unisce e si confonde col tuo: e così, pur nella sua piccolezza, ha qualche cosa del martirio del tuo Cuore, assume fragranze di paradiso, fragranze eucaristiche, e può salire accetto al cospetto della divina maestà cum odore suabitatis ascendat.