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giovedì 24 dicembre 2015

Natale e arte/3


Maternità

Giovanni Segantini, Villa Belgioso Bonaparte, Milano (1889)


Nella seconda metà del XIX secolo, il divario tra accademismo e avanguardia si fa più ampio. I celebri soggetti tradizionali vengono reinterpretati, e la ricerca formate sempre più rinnovata. Non più Natività ricche di fasti barocchi, scompaiono i panneggi delle vesti, gli angeli e le folle di magi e pastori. Gesù torna a nascere nella povertà di una stalla. Segantini, divisionista sensibile alle problematiche del proletariato, rilegge la Natività in chiave feriale, con rapide pennellate di malinconica solitudine, approfondendo il rapporto luce-spazio. La madre accudisce il piccolo, mentre il padre, assente, lavora nei campi o in fabbrica con orari disumani. All’opprimente austerità del luogo, a tanta miseria si contrappone la quiete della madre, intenta, nel suo silenzio ad accogliere con luminosa speranza la creatura nuova.