da Ripariamo!
di P.Giuseppe M. Petazzi SJ
S. Lega eucaristica, Milano 1933
Stupendo è questo grido che da una parte
all’altra della terra, in tutte le ore del giorno e della notte, su tutti gli
altari del mondo, si eleva a Te, o mio Dio, dalla Santa Chiesa Cattolica. Con
questo grido io mi metto in comunione con tutti i Santi che mi hanno preceduto
su questa terra ed ora godono la svelata visione di quello stesso che come me
un giorno hanno creduto. Mi metto in comunione coi primi Apostoli: che gioia!
La mia fede è la loro: attraverso il mutarsi di tutte le cose umane, questa
sola è rimasta immutabile: prova stupenda della verità divina: Veritas Domini manet in aeternum.
Credo, mio Dio, tutto ciò che Tu hai detto, e
la tua Chiesa mi insegna: lo credo con certezza incomparabilmente maggiore che
se lo vedessi coi miei stessi occhi: anzi per spiegare la mia fede fino alla
massima intensità, io mi ripeterò ciò che sul letto di morte, davanti al tuo
adorabile Sacramento, disse l’Angelico Dottore San Tommaso: «Se quaggiù ci
fosse una certezza maggiore di quella della fede, con tale certezza io vorrei
affermare la verità della tua presenza nel Sacramento» ed in generale ogni
altra verità che forma l’oggetto della mia fede.
Ed un nuovo argomento della mia fede io lo
trovo qui proprio davanti a questo altissimo Mistero dell’Eucarestia: perché
questo è il Mistero dell’amore per eccellenza: questo Mistero mi dice che Tu
hai amato ed ami gli uomini con amore infinito, perché solo un amore infinito lo
poteva suggerire: no, nessun amore creato, fosse pure quello di un Serafino,
non l’avrebbe potuto pensare: per ideare l’Eucarestia ci volle un Cuore che
fosse Cuore di un Dio: come per compierla ci volle una potenza che fosse
potenza di un Dio. A quel modo possano dar luogo alla vita, così è impossibile
che tutte le forze degli amore creati possano ideare e produrre questo sublime
Mistero di Vita. Qui dunque su questo Altare Tu mi doni, o Signore, la prova
più splendida di tutti gli articoli della mia fede: perché Tu mi dimostri
l’Amore infinito che tutti li spiega. Et
nos credidimus charitati quam habet Deus in nobis.
Io credo che Tu, o Verbo del Padre, Luce di
Luce, Dio vero di Dio vero, sei sceso nel seno di una Vergine per opera dello
Spirito d’amore; e con la Chiesa cadendo in ginocchio, adoro l’Amore.
Credo alla tua vita umiliata, dolorosa, chiusa
da due termini che sembrano i più ripugnanti alla maestà di un Dio, una stalla
e una croce; credo con una fede che è per me una necessità dal momento che credo
al tuo Amore.
Credo alla tua Risurrezione ed Ascensione
gloriosa; al tuo Regno del cielo e della terra, regno di gloria e di trionfo
lassù, regno di lotta incessante nella tua Chiesa Una, Santa, Cattolica e
Apostolica, quaggiù: regno egualmente invincibile da tutte le porte
dell’inferno: perché credo al tuo amore infinito.
Credo alle sorti beate che sono riserbate ai
tuoi Santi: credo ed aspetto con fiducia serena ed incrollabile, perché ho
veduto fin dove è giunto il tuo amore: sì! L’amore che ti ha mosso a perpetuare
la tua vita ed il tuo sacrificio qui sulla terra, non può essere che l’amore di
un Dio: dunque Tu sei veramente l’Unigenito del Padre: anch’io col Discepolo
fortunato che ha posato il capo sul tuo Cuore amatissimo nella sera dell’amore,
anch’io posso dire: «Ho veduto la tua gloria, perché la tua gloria è chiara
luce del tuo amore infinito». Questa gloria, questo trionfo d’amore, non può
essere che dell’Unigenito del Padre: Et
vidimus gloriam Eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae et
veritatis.
Deh, questo mio grido di fede, grido che
vorrei far risonare per tutto il mondo, valga a riparare l’incredulità al tuo
amore: valga a riparare le voci di tutti gli eretici, che tutti sono increduli,
tutti protestanti contro l’Amore.