da Ripariamo!
di P.Giuseppe M. Petazzi SJ
S. Lega eucaristica, Milano 1933
Súscipe, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi, Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen
Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Dio, questa ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen.
Come mai, o mio Dio, il Sacerdote
in questo momento chiama Ostia immacolata
quel po’ di pane che si trova ora sulla patena, e per tale offerta
ti chiede grazie di salvezza eterna per se stesso e per tutti i fedeli vivi e
defunti?
Oh, mio Gesù, con questa santa preghiera Tu mi
riveli una grande consolante verità. Sì, nella patena nel dell’Offertorio
non si vede realmente che poco pane destinato a tramutarsi nel tuo
Corpo adorabile. In virtù di tal destinazione può giù considerarsi come
un’Ostia immacolata, capace di
ottenere ogni più grande grazia.
Così dunque io stesso e tutte le mie piccole
cose potranno costituire un’ostia immacolata, se fin dal principio di questo
giorno mi metterò con Te, o Signore, sull’Altare del Sacrificio. Oh
potere meraviglioso della Santa Messa! Oh ineffabile amore e condiscendenza del
mio Signore! Tutto con Te e per Te diventa immacolato, prezioso, accettabile
all’infinita Maestà di Dio.
Davvero, o Signore, sono un indegno tuo servo,
indignus famulus tuus: quali doni
potrei sperare di offrirTi, mentre da un lato non sono che una misera
creatura e dall’altro riconosco di aver commesso molte colpe?
Eppure non solo ti degni di
metterti proprio Tu stesso come offerta di infinito valore, perché possa ottenere ogni
grazia ed ogni misericordia, ma nell’atto in cui ti poni nelle mie
mani, ti degni di valorizzare tutto ciò che si trova in me, affinchè la mia povera
offerta diventi gradita e fruttuosa, innanzi a Dio.
Anticamente i fedeli, nel momento dell’Offertorio si accostavano processionalmente all’altare per offrire il pane e il vino, la materia del tuo Sacrificio, ed esprimere così la loro unione con Te, Vittima Santa. Ebbene anch’io ora ti voglio offrire, o Signore, la mistica mia materia del tuo Sacrificio, cioè tutte le mie azioni, tutte le mie pene, tutti i voti, i sospiri, i palpiti di questo mio povero cuore. Sono ben misera cosa, lo so, o Signore. L’offro con Te, l’offro con la tua offerta; così sarà Ostia immacolata, che salirà accetta al trono di Dio.
Intendo, dunque, o Gesù, dare a tutte le
mie azioni di questo giorno e di tutti i giorni della mia vita quelle
intenzioni sante che hai Tu nel compiere il tuo sacrificio su questo Altare.
Tutto quanto farò e patirò, tutto voglio che con Te e per Te sia primariamente in
espiazione delle mie innumerevoli colpe,
delle offese e negligenze.
Riconosco, o Dio,
di dover fare di tutta la mia vita una espiazione continua: ma quand’anche
avessi ad incontrare ogni pena e umiliazione, ancora non potrei espiare degnamente le mie gravissime colpe; ma Tu, o Signore, nell’infinita
tua Bontà, hai voluto espiare per me e con me. Mi inviti ad offrire le piccole pene in unione con le tue, perché così possa divenire una
Vittima santa ed immacolata. Sarà mai possibile che dopo un tale eccesso di
amore e di generosità da parte tua, io abbia a rifiutarti quel minimo
contributo che mi domandi perché possa ottenere il perdono di tutte le
mie colpe, offese e negligenze? Cosa saranno i miei dolori, le umiliazioni,
le lacrime di oggi, di tutti i giorni della mia vita, di fronte a
ciò che Tu hai voluto sopportare per amor mio?
O Vittima, o Ostia
immacolata e santa, accetto con tutto l’entusiasmo del cuore, tale condizione
che hai posto per trasformarmi in una vittima immacolata, gradita alla
divina Maestà che ho offeso per il peccato. Né solo io accetto tutto ciò che in
questo giorno mi donerai di penoso ed umiliante, in espiazione dei miei
peccati, ma domando di darmi una partecipazione sempre maggiore delle tue
pene, delle tue umiliazioni, perché io pure possa divenire un’ostia immacolata,
una vera vittima di propiziazione.
Ad infiammarmi sempre
più in questo sano proposito mi dilati infinitamente l’orizzonte del mio
sacrificio: mi additi tante anime che hanno bisogno del contributo delle mie
pene di questo giorno per ottenere salvezza e vita eterna: per tutti quelli che sono presenti, per tutti i fedeli vivi e defunti, perché
a me e ad essi giovi a salvezza per la vita eterna. Posso sperare di
ottenere un frutto così stupendo? Posso sperare di dare alla mia umile
immolazione un valore così meraviglioso? Posso sperare che dalla mia fedeltà
nel mio sacrificio di questo giorno abbia a dipendere la salvezza di tante
anime? Ah! Mio Signore, le industrie del tuo amore superano davvero ogni umana
apprensione.
Che cosa potevi fare
di più per indurmi ad abbracciare generosamente quella croce che dovrei portare
anche solo in espiazione delle mie gravissime colpe? Questa croce, ancorché
pesantissima, non sarebbe sufficiente per espiare le mi colpe: eppure Tu mi fai
intendere che non solo varrà per espiare le mie, ma insieme anche quelle di
tante altre anime; varrà ad introdurle nelle vie della salvezza e della vita.
Credo, o Gesù e
adoro! Adoro non solo la tua croce, ma anche la mia, che per virtù del tuo
amore diventa un mezzo così potente per la redenzione del mondo: quia per crucem tuam redemisti mundum! Ti
benedico e ti ringrazio con tutto il mio cuore: benedicimus tibi! In ogni istante di questo giorno ti voglio
benedire: ma specialmente in quegli istanti che saranno più penosi per me: momentaneum et leve tribulationis nostrae (2Cor
4,17), per quanto si possano sembrare terribili, per quanto possano sconcertare
la mia fiacca natura, mi saranno carissimi, preziosissimi di fronte al peso di
gloria che procureranno a me e a tante altre anime, per la virtù taumaturga
del tuo Sacrificio: aeternum gloriae
pondus operatur in nobis (2Cor 4,17). Ogni istante di questo giorno ha un
riscontro nell’eternità, da ognuno di essi dipende la vita eterna di tante
anime.
Deh! Fa, o Signore,
che io non lo dimentichi mai; fa che neppure uno me ne lasci sfuggire. Fammi
santamente industrioso per raccoglierlo, per valorizzarlo, per trasformarlo in
un peso di gloria immortale. Sia il frutto specialissimo di questa Santa Messa
che io celebro e voglio celebrare con Te, fino all’ultimo istante di mia vita,
fino a quello auspicatissimo che mi introdurrà nella vita eterna: in vitam aeternam! Amen!